Riprese film, tecniche più utilizzate

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Riprese film, tecniche più utilizzate nel post a cura di CineMagazine

Il cinema intriso di dettagli, luci, prospettive e punti di visione. Gli elementi fondamentali che fanno la differenza, in buona sostanza, tra un film e l’altro. A seconda del modo in cui si guarda o si gira una scena può cambiare la percezione anche del pubblico a casa o in sala. In questo, le riprese del film hanno una funzione propedeutica. Dietro un buon film, dunque, c’è tutto un lavoro di preparazione e ultimazione che sfugge ai più, ma che è determinante.

E per le riprese dei film ci sono tecniche più utilizzate delle altre. Ecco quali sono le più famose, nel post a cura di CineMagazine dedicate alle Tecniche Cinematografiche. Bentornati sul nostro portale!

Quali tecniche di ripresa aiutano a preparare un buon film

Ogni regista e ogni troupe di lavoro ha la sua tecnica di ripresa privilegiata, che consente di dar luogo ad una certa rappresentazione. A seconda delle inquadrature, in base a parametri di vicinanza o lontananza, si produce un certo meccanismo in questa direzione.

Il cinema si avvale di diversi supporti per mettere in risalto un certo dettaglio, ad esempio. Attraverso le tecniche di ripresa, il pubblico a cui arriva il prodotto finale si rende conto dello sguardo e del modo attraverso cui una storia viene comunicata.

La tecnica della camera a mano per le riprese del film

Usufruire della camera a mano è la tecnica di ripresa più utilizzata nel mondo del cinema. Permette di addentrarsi in profondità in un’atmosfera sempre più intima. Per questo motivo risulta essere molto ricercata soprattutto in tema di reportage e azione. 

Anche l’horror tende a darsi una certa continuità in questo senso, ponendosi come obiettivo principale la rappresentazione di contenuti considerati amatoriali ed estemporanei. Tutto ciò per aumentare la sensazione di realismo dello spettatore e immergerlo ancora di più nella storia.

In fase di montaggio si può, poi, aggiustare il tiro garantendo un effetto visivo modificato tramite il cosiddetto campo e controcampo. Un’altra tecnica di ripresa dove due inquadrature diverse si alternano in momenti ravvicinati.

I dialoghi dove c’è una comunicazione tra due parti veloce, fitta e frequente fanno uso di questa tecnica per dare la dimensione immediata dei punti di vista di due soggetti, sia a livello emotivo che visivo.

L’effetto Vertigo usato da Alfred Hitchcock

L’effetto Vertigo è una tecnica di ripresa che vanta illustri natali, essendo stata messa in atto per la prima volta da un certo Alfred Hitchcock. Lo scopo è garantire una sorta di shock dello spettatore tramite l’alternanza tra inquadratura sul soggetto e carrellata indietro. Grazie a quest’ultima, in pratica, se ne esalta il contesto a cui è associato il protagonista. Dà l’idea di una sorta di buco nero all’interno del quale lo spettatore sembra idealmente precipitare.

La tipica tecnica di ripresa dove si vede l’operatore che si può muovere avanti e indietro su una sorta di carrello si chiama carrellata. A seconda dei movimenti e della distanza dal soggetto inquadrato, uno o più dettagli possono essere esaltati in maniera preponderante. 

La carrellata in avanti

Con la carrellata in avanti si evidenzia un punto in particolare ove si vuole arrivare. La carrellata laterale segue l’inquadrato durante tutti i suoi movimenti e la carrellata circolare fa sì che la telecamera giri interamente per dare risalto ai movimenti e alle prospettive rappresentate da vari punti. Così lo spettatore è reso più partecipe rispetto alla scena, come fosse lì a girarla insieme ai protagonisti.

Il piano sequenza: ripresa famosa ma molto complicata

Una delle tecniche cinematografiche di ripresa più famose ma allo stesso tempo più complesse da utilizzare, riguarda il piano sequenza. Una sorta di linea temporale e di montaggio, che definisce una storia dall’inizio alla fine. Avviene tutto in maniera integrale, senza alcun taglio in fase di montaggio. 

Ciò che accade è ciò che effettivamente viene rappresentato, curando ogni minimo dettaglio. Basta un solo errore in fase di inquadratura o montaggio per far saltare un’intera sequenza e dover ricominciare dall’inizio. 

Da qui nasce la sua complessità di fondo. Il salto temporale da un punto all’altro della storia, in pratica, non esiste. Tutelata, di fatto, la continuità e l’immersione dello spettatore nella sequenza temporale senza sbalzi di alcun tipo.

La classica zoomata

Tecnica di ripresa utilizzata spesso anche dai registi amatoriali o da semplici utenti è la classica zoomata. Con lo zoom l’obiettivo prefissato concretizza la voglia del regista di stringere su alcuni particolari, che danno luce e senso ulteriore alla storia.

Lo Steadicam shot

Steadicam shot è quella tecnica tipica di film come Shining, ad esempio, all’interno della quale la telecamera è fissata in alto ad una vera e propria imbracatura. Così l’operatore di ripresa ha tutta l’opportunità di muoversi liberamente, senza subire troppo gli spostamenti aerei. Questo risulta utile soprattutto per quelle riprese in luoghi stretti e impervi, dove le inquadrature sono più difficili da mettere in atto. Richiede inoltre una dimestichezza e una padronanza del mezzo cinematografico piuttosto spiccata.