Recensione Quarto Potere
È uno di quei film-capolavoro che restano alla storia non per la tecnica, ma per la trama e il messaggio che danno. Ovviamente, non si vuol certamente dire che, dal punto di vista cinematografico, ‘Quarto Potere’ sia un prodotto scadente, ma è altro. È oltre l’aspetto del montaggio, della ripresa, del colore.
Il primo film di Orson Welles viene ricordato ancora oggi per il messaggio che vuol dare e per ciò che ha dovuto subire proprio Welles per mandarlo in onda.
Questa pellicola narra la biografia del magnate Charles Foster Kane, persona realmente esistita che guarda solo all’aspetto materialistico della vita.
Puoi tranquillamente continuare la lettura, perché viene spoilerato poco o niente. Ti diciamo soltanto che si parte dalla morte di Kane e si va avanti attraverso flashback.
Kane è un personaggio realmente esistito e, infatti, ha fatto di tutto per evitare la diffusione della pellicola, datata 1941.
Le scene, seppur verosimili, sembrano quasi irreali per come sono state girate. Piani sequenze, luci, ombre, il bianco e il nero ad hoc. Tutto in funzione di far passare un determinato messaggio: che, poi, in realtà, i messaggi sono almeno tre.
Si va dal troppo materialismo che in quegli anni (e purtroppo anche in questi che stiamo vivendo adesso) pervade la società americana. Oscurando, quindi, quanto di bello la vita in sé offre; poi non manca la critica alla stampa: non è complottismo, ma in alcuni casi la stessa stampa manipola il popolo. O, comunque, lo porta dove vuole il potere. Il Quarto Potere; infine, il ‘sacrificio’ che il sogno americano impone ai cittadini.
Lavoro, carriera, macchina lussuosa, potere. E poi? Manca l’amore, manca il sentimento. Un film, quindi, attuale, che merita di essere visto. Perché i capolavori non hanno tempo.
Erano attuali in quel periodo e lo saranno sempre. Che ci piaccia o no.
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