Il grande dittatore

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Il grande dittatore: la recensione a cura di CineMagazine

Il cinema ha avuto sempre il merito di restituire la realtà del momento con grande fedeltà. La politica, la storia, le tendenze sociali, tutto racchiuso nei frame, che uno dopo l’altro scorrono sul grande schermo. Tra le varie tematiche affrontate c’è ovviamente anche la guerra, trattata in modo originale dal film “Il grande dittatore”, pensato, prodotto e diretto da un’icona del cinema, ossia Charlie Chaplin.

In questo post a cura di CineMagazine vediamo insieme la recensione del film Il Grande Dittatore. Bentornati sul nostro portale!

La trama e il racconto del film

Parodia satirica del periodo nazista, questo film vede come protagonisti assoluti un barbiere di origini ebraiche e il personaggio di Adenoid Hynkel (entrambi interpretati da Charlie Chaplin). Tale barbiere, della città fantasiosa di Tomania (parodia della Germania), dopo essersi reso parte determinante di un salvataggio di un ufficiale, Schultz (Reginald Gardiner), perde la memoria. Prosegue così la propria attività nel ghetto e ben presto fa la conoscenza di una ragazza, Hannah (Paulette Goddard), che resta affascinata dal carattere indomito e ribelle del barbiere nei confronti delle gesta ostili dei militari locali guidati da Adenoid Hynkel (alter ego di Adolf Hitler).

Shultz aiuta il barbiere nella lotta al nemico dittatore, riconoscendo nel protagonista ebreo colui che lo aveva salvato anni prima. Il tentativo di rovesciare il regime risulta però vano e i due vengono catturati ed imprigionati. Nel mentre tra il barbiere ed Hannah era sbocciato un sentimento molto forte.

Il finale ricco di significato

La pellicola si conclude, dopo l’intervento anche di Bonito Napoloni (alias di Benito Mussolini) in soccorso ai due ribelli, con uno scambio di persona tra il barbiere e Adenoid Hynkel, con quest’ultimo che viene arrestato per sbaglio. Il protagonista ebreo riesce infine a salvarsi insieme a Shultz, scappando dal campo di prigionia dopo aver indossato entrambi uniformi dell’esercito. Motivo per cui al barbiere, scambiato per Hynkel, viene chiesto di fare un discorso al popolo che però sarà di libertà ed uguaglianza e non di repressione e dittatura.