Frankenstein

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Recensione Frankenstein nel post di CineMagazine

Certi film nella storia del cinema non vanno mai via del tutto: fanno soltanto giri immensi e poi ritornano. Parafrasando una nota canzone, e vale lo stesso discorso per Frankenstein. Un film molto importante e significativo, soprattutto per gli appassionati del genere drammatico tendente al fantasy-horror.

Una produzione che si basa sul romanzo di Mary Shelley che vale la pena rievocare per i neofiti della materia, attraverso il riadattamento in chiave cinematografica operato dal noto regista Francis Ford Coppola e prima di lui da James Whale nel lontano 1931, considerato ancora oggi una delle migliori pellicole di tutti i tempi.

Ripercorriamo qui la trama di Frankenstein, dal film del 1931 ai più recenti, tratti dal romanzo famoso di Mary Shelley. Benvenuti su CineMagazine!

Frankenstein di Mary Shelley: la trama

I registi esaltano nel loro film la figura di Frankenstein, che altro non è che una sorta di creazione di uno scienziato pazzo, che intende superare i limiti dell’umanità per andare oltre il consuetudinario. Lo fa attraverso una ricerca del mistero cavalcata da una voglia di far rivivere un nuovo essere umano attraverso lo sfruttamento dell’elettricità. Esegue questa operazione servendosi del corpo di un uomo morto per impiccagione.

Alla fine della fiera si genera un mostro, chiamato per l’appunto Frankenstein, dove nella pellicola di Coppola è interpretato dall’attore Robert De Niro. Quest’ultimo finisce per integrarsi nella società e sconvolgere il destino non solo dell’intera umanità, ma anche dello stesso creatore che lo ha “messo” al mondo.

La pellicola del 1931 vede invece come protagonisti Boris Karloff nei panni di Frankenstein e Colin Clive nella parte dello scienziato pazzo. Questo si rivela essere il film con il maggiore incasso dell’intero anno, e nominato come uno dei film più belli di sempre.

La principale battuta «È vivo!… È vivo! È vivo!» è una delle più citate e famose nella storia del cinema.

Frankenstein locandina foto

Frankenstein di Mary Shelley: il significato

In questo film si evidenzia l’accostamento tra l’orrido e il quotidiano che finiscono inevitabilmente per mescolarsi. La psicologia dell’orrore delinea un quadro molto introspettivo.

I brividi e le tensioni mostrati di frequente dal personaggio principale aiutano sotto questo punto di vista, donando allo spettatore un occhio maggiormente attento alla spiritualità, più che alla fisicità.

Dietro a quella creatura dall’aspetto mostruoso si nasconde un cuore dalle sembianze umane. In qualche modo si intravede una sorta di rivoluzione industriale, nel momento in cui in alcune scene si definiscono scenari come fiamme, binari e pulsazioni elettriche.

I sentimenti umani sono ben visibili quando lo stesso Frankenstein cerca di far risorgere la cara Elizabeth dopo averla uccisa. Una voglia di rivalsa abbinata ad un allontanamento del rimorso per quanto fatto.

L’umanizzazione del mostro è centrale all’interno di Frankenstein.