Roberto Benigni: bio dell’attore italiano premio Oscar

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Roberto Benigni: bio dell’attore italiano premio Oscar nel post a cura di CineMagazine

Ci sono artisti che non hanno bisogno di presentazioni. Si definiscono da soli nell’universo cinematografico per il contributo determinante scaturito dalle loro rappresentazioni.

Roberto Benigni e il cinema sono un tutt’uno. Una figura leggendaria annoverata tra le assolute divinità mai dome a morire. Tutt’altro. Non è solo il passato, ma continua ad essere il presente, nonostante il cinema italiano sembra abbia un po’ perso quella fascinazione di un tempo a causa della mancanza sul set di certe figure.

Vediamo nelle righe che seguono la biografia dell’attore italiano premio Oscar per La vita è bella, Roberto Benigni. Buona lettura!

Gli inizi di Roberto Benigni

Cosa dire su Roberto Benigni? Tante cose. Innanzitutto, nasce in un Paese in provincia di Arezzo, Castiglion Fiorentino per la precisione, il 27 ottobre del 1952. Sin da giovane traspare a pieno il suo carattere allegro e aperto agli altri, sempre sorridente con la vita e con chi gli sta intorno.

La passione di una vita è sempre stata lo spettacolo in generale. Tanto è vero che inizia la carriera su un palcoscenico in veste di cantante e musicista negli anni ‘70. A 20 anni circa entra nel teatro fiorentino e partecipa a diversi spettacoli di lungo corso che lo fanno conoscere nell’ambiente.

Il regista e sceneggiatore Giuseppe Bertolucci rappresenterà per Roberto Benigni una figura fondamentale nella sua crescita professionale. Questo perché gli consentirà di mettere in scena un personaggio autobiografico, Mario Cioni, assimilabile perfettamente alla figura dell’attore per l’indole contadina, spensierata e, talvolta, inquisitoria verso la società.

Il film “Vita da Cioni” approda al cinema nel 1977 sotto la regia di Bertolucci. Il primo Benigni appare un personaggio scomodo, irriverente e pronto ad incalzare la politica. S’intravede da subito l’indole satirica che lo accompagnerà per il resto della sua carriera.

D’altronde, non è mai stata un mistero la simpatia per il Partito Comunista e, nello specifico, per Enrico Berlinguer. Arriva persino a presentare il Festival di Sanremo nel 1980, uno dei punti più alti di apparizioni televisive costanti e mai banali nella loro eterogeneità.

Accanto alle comparsate in tv, resta il teatro il palcoscenico di maggior rilievo. Laddove esce fuori la natura vera e propria di one man show. Collabora con Renzo Arbore a programmi tv dal forte sapore goliardico e critico.

La carriera cinematografica di Roberto Benigni

Inizia la carriera da regista cinematografico nel 1983 con la direzione di “Tu mi turbi”. “Non ci resta che piangere” dell’anno successivo sancisce l’incontro perfetto, emblema della cinematografia italiana dell’epoca, con il compianto Massimo Troisi.

Tra i due nascerà un’amicizia che andrà oltre la macchina da presa, accomunati da una comicità pressoché simile. Qualche addetto ai lavori li definiva come i nuovi Totò e Peppino.

Recita in film americani del regista Jim Jarmusch verso la fine degli anni ’80. Nella pellicola “Taxisti di notte”, datata 1991, interpreta la parte di un tassista toscano che ad un certo punto si rende protagonista dell’omicidio di un prete, facendo scandalo nel mondo ecclesiastico e rompendo certi schemi preconfezionati.

Interpreta l’ispettore Clouseau nel film “Il figlio della pantera rosa” tratto dalla nota serie. Quando conosce lo sceneggiatore Vincenzo Cerami si apre ancora di più al mondo attraverso pellicole come “Johnny Stecchino” e “Il mostro”, quest’ultima ispirata alla storia del cosiddetto “mostro di Firenze” tanto dibattuta e sconvolgente in ambito giudiziario. Un film piazzatosi sin da subito in cima alla classifica delle preferenze cinematografiche, al punto da essere ancora considerato attualmente tra i 100 film che hanno incassato di più in Italia.

Ebbe persino la possibilità di recitare con Federico Fellini e Paolo Villaggio nel 1990 nel film “La voce della luna”. Un avvenimento storico, considerando che proprio qui sveste i panni del simpatico umorista e indossa quelli di un personaggio inquieto e dai mille misteri.

‘La vita è bella’ e ‘Pinocchio’ di Roberto Benigni

L’apice della notorietà professionale per Roberto Benigni la si raggiunge in concomitanza con l’uscita nelle sale de “La vita è bella”. Il film più iconico, indubbiamente, del suo percorso. In essa Benigni scandalizza il pubblico trattando un argomento scabroso come l’Olocausto in chiave ironica e dissacrante, scatenando non poche polemiche.

recensione la vita è bella

Non a caso “La vita è bella” riceve 7 candidature agli Oscar, tra le quali miglior colonna sonora, miglior film straniero e miglior attore protagonista, nell’edizione del 1999, ma va ben oltre i meri premi formali e si eleva verso una sacralità molto più incisiva. Unico attore in assoluto a vincere l’Oscar come miglior attore protagonista nell’ambito di un film di cui è sia attore che regista.

Nel 2002 esce nelle sale una delle produzioni più costose del cinema italiano di tutti i tempi, vale a dire “Pinocchio”, ispirandosi in maniera pressoché fedele al romanzo di Collodi. Grazie a questa produzione Benigni porta a casa 2 David di Donatello e 1 Nastro d’argento.

La tigre e la neve” rappresenta uno dei tanti film in cui egli appare con la donna della sua vita, Nicoletta Braschi, svolgendosi in un contesto all’epoca estremamente delicato come la guerra in Iraq.

Gli anni 2000 di Roberto Benigni

Gli anni 2000 delineano un percorso orientato al passato e ad un ritorno al teatro sempre più pervasivo. Benigni non resiste al richiamo forte di Dante e della Divina Commedia, che da sempre lo ha influenzato durante un’intera carriera. Per questo esplica a memoria interi canti del poema, appassionando non poco il pubblico televisivo e teatrale.

Un mix che produce altre apparizioni al Festival di Sanremo, il quale diviene territorio privilegiato per le performance satiriche e spettacolari. Per la cultura di massa, Roberto Benigni non si sintetizza nella personalità del classico comico che fa solo ridere, ma tende da sempre a far riflettere lo spettatore e farlo ragionare con la propria testa. 

D’altronde, l’ironia che lo ha caratterizzato per un’intera vita professionale e non solo si è costantemente mantenuta entro questi binari, senza mai deviare completamente. Un modus operandi che ha riscosso il consenso del pubblico, ma, allo stesso tempo, diviso la critica per incursioni, soprattutto in ambito televisivo, non sempre apprezzate e approvate fino in fondo.

Benigni mito del cinema italiano: su questo c’è poco da discutere. Un mito che resta e resterà indelebile nell’olimpo dei più grandi e oltre. Assoluto riferimento e fonte d’ispirazione per tutti coloro che masticano di cinema e comicità all’avanguardia.

Film Roberto Benigni

Vi lasciamo alla filmografia di Roberto Benigni, in ordine temporale. Alla prossima con le biografie degli attori italiani a cura di CineMagazine!

  1. Berlinguer ti voglio bene, regia di Giuseppe Bertolucci (1977)
  2. Una mamma, episodio di Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
  3. I giorni cantati, regia di Paolo Pietrangeli (1979)
  4. La luna, regia di Bernardo Bertolucci (1979)
  5. Chiaro di donna (Clair de femme), regia di Costa–Gavras (1979)
  6. Chiedo asilo, regia di Marco Ferreri (1979)
  7. Il Pap’occhio, regia di Renzo Arbore (1980)
  8. Il minestrone, regia di Sergio Citti (1981)
  9. Tu mi turbi, regia di Roberto Benigni (1983)
  10. “FF.SS.” – Cioè: “…che mi hai portato a fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?”, regia di Renzo Arbore (1983)
  11. Non ci resta che piangere, regia di Roberto Benigni e Massimo Troisi (1984)
  12. Tuttobenigni, regia di Giuseppe Bertolucci (1986)
  13. Strano conoscersi, episodio di Coffee and Cigarettes, regia di Jim Jarmusch (1986)
  14. Daunbailò (Down by Law), regia di Jim Jarmusch (1986)
  15. Il piccolo diavolo, regia di Roberto Benigni (1988)
  16. La voce della Luna, regia di Federico Fellini (1990)
  17. Roma, episodio di Taxisti di notte (Night on Earth), regia di Jim Jarmusch (1991)
  18. Johnny Stecchino, regia di Roberto Benigni (1991)
  19. Il figlio della pantera rosa (Son of the Pink Panther), regia di Blake Edwards (1993)
  20. Il mostro, regia di Roberto Benigni (1994)
  21. La vita è bella, regia di Roberto Benigni (1997)
  22. Asterix e Obelix contro Cesare (Asterix et Obelix contre Cesar), regia di Claude Zidi (1999)
  23. Pinocchio, regia di Roberto Benigni (2002)
  24. Strano conoscersi, episodio di Coffee and Cigarettes, regia di Jim Jarmusch (2003)
  25. Caterina va in città, regia di Paolo Virzì (2003) – Cameo
  26. La tigre e la neve, regia di Roberto Benigni (2005)
  27. To Rome with Love, regia di Woody Allen (2012)
  28. Pinocchio, regia di Matteo Garrone (2019)