Monica Vitti, bio della famosa attrice romana nel posta cura di CineMagazine
Pochi nomi restano impressi nella memoria e nell’immaginario collettivo del pubblico cinematografico e televisivo. Monica Vitti è tra questi. Un’attrice italiana, e nello specifico romana, di lungo corso che purtroppo ci ha lasciato.
La sua morte segna un vuoto indelebile nella storia del cinema italiano che sarà molto difficile da colmare, considerando la carriera straordinaria che ha contraddistinto negli anni questa grande artista.
Vediamo in questo post a cura di CineMagazine, la biografia dell’attrice romana Monica Vitti, pseudonimo di Maria Luisa Ceciarelli, vera e propria mattatrice del cinema italiano a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Bentornati sul nostro portale, per il nostro consueto appuntamento con le biografie dei grandi attori italiani!
Sommario
Gli inizi di Monica Vitti
Monica Vitti nasce a Roma il 3 novembre 1931. All’anagrafe si chiama Maria Luisa Ceciarelli. Da bambina cresce nella città siciliana di Messina a causa del lavoro del padre. Porta con sé, quindi, la metropoli della capitale con il mare siciliano. Un binomio che le porterà fortuna.
Durante la seconda guerra mondiale si trasferisce per un periodo a Napoli, nel quartiere Vomero, e in lei scoppia immediata la passione per il teatro. Un amore a prima vista. Si interessa da subito ad una certa arte drammatica che la proietta verso l’iscrizione all’accademia nazionale. Una passione che, poi, l’ha portata a essere quella grandissima attrice celebrata e conosciuta, anche all’estero.
Qui si diploma e conosce colui che è stato il suo maestro per eccellenza, l’attore Sergio Tofano. Sfodera tutta la sua capacità a stare su un palco durante la proiezione delle opere di Shakespeare, tanto per citare un esempio illustre.
Il cognome Vitti deriva da quello della madre, Vittiglia, venuta a mancare quando lei è ancora bambina. Il nome Monica, invece, lo apprende da un libro letto che le piace molto e da lì in poi decide di non privarsene più e di utilizzarlo come pseudonimo.
Monica Vitti, quindi, diventa più di un nome d’arte. Del resto, oggi è difficile che qualcuno sappia il suo vero nome. Ma è la logica conseguenza di chi fa la storia. In questo caso del cinema italiano.
Dopo essersi costruita una certa reputazione girando i teatri di mezza Italia, interpretando, ad esempio, opere straordinarie come Amleto di Riccardo Bacchelli, i fari si spostano sul cinema. Comincia a prendere piede quella che sarà la sua dimensione mediatica per i successivi anni.
Monica Vitti e il cinema
All’inizio Monica Vitti appare semplicemente in ruoli di secondo piano, riguardanti film per lo più comici. E’ il regista Michelangelo Antonioni a farne una vera e propria diva sul set. Tra loro nasce una corrispondenza non soltanto di tipo professionale, ma anche sentimentale al di fuori del set. La famosa tetralogia dell’incomunicabilità, particolarmente apprezzata dagli amanti e appassionati di cinema vecchio stampo, compendia in sé interpretazioni drammatiche in film come L’avventura, l’Eclisse, Il deserto rosso. Difficilissimi da interpretare ma per lei è stato un gioco da ragazzi.
Interpreta, in pratica, qualsiasi tipo di figura femminile all’interno di queste pellicole, mostrando una versatilità di fondo tipica solamente delle grandi attrici. Si dedica parallelamente anche al doppiaggio, dando la voce a personaggi come Ascenza, Rossana Rory e Dorian Grey. Un ruolo ulteriore in cui sembra trovarsi particolarmente a suo agio.
Mario Monicelli ne esalta la vena comica e la scrittura per un film, La ragazza con la pistola, dove la Vitti interpreta una donna alla ricerca di vendetta contro il suo ex. L’immagine cinematografica di Monica Vitti è ormai consolidata ad altissimi livelli. Tra i suoi partner, riconducibili soprattutto alla commedia all’italiana, si annoverano attori illustri del calibro di Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.
Recita in produzioni straniere che aumentano ulteriormente la sua fama anche all’estero.
Monica Vitti negli anni ‘70 e ’80, fino al ritiro dalle scene
Negli anni ’70 conosce il suo secondo grande amore, Carlo Di Palma, direttore della fotografia, tra l’altro, in alcuni suoi film. Cominciano ad arrivare i giusti e doverosi riconoscimenti per questa attrice straordinaria. Al suo attivo vi sono ben 5 David di Donatello in quanto miglior attrice protagonista. A questi vanno aggiunti 3 Nastri d’argento, 12 globi d’oro, un Leone d’oro alla carriera e un Orso d’argento. Negli anni ’80 affianca invece Vittorio Gassman in Camera d’albergo. Esordisce alla regia col film Scandalo segreto, presentato al Festival di Cannes nel 1990. Al suo fianco una diva di quegli anni come Catherine Spaak.
Gli anni 2000 sono quelli del ritiro ufficiale dalle scene pubbliche. La si vede solamente in apparizioni ricondotte agli 80 anni di Alberto Sordi e a manifestazioni di stampo ecclesiastico e politico come il Giubileo.
Gli ultimi anni e la morte di Monica Vitti
Negli ultimi anni si ritira maggiormente verso una vita privata più riservata da condividere con il suo compagno, nonché marito, il regista Roberto Russo. Quasi costretta a farlo, considerando le condizioni di salute che cominciano ad essere un po’ precarie per colpa di una malattia neurodegenerativa.
L’ultima intervista ufficiale la concede nel 2002. Da lì in poi cala il silenzio su questa grande attrice. Fino al triste epilogo del 2 febbraio 2022.
Oggi riposa al Cimitero Monumentale del Verano di Roma.
Film Monica Vitti
Vi lasciamo alla filmografia di Monica Vitti. Alla prossima con le biografie degli attori famosi, a cura del nostro portale!
- Ridere! Ridere! Ridere!, non accreditata, regia di Edoardo Anton (1954)
- Adriana Lecouvreur, regia di Guido Salvini (1955)
- Una pelliccia di visone, non accreditata, regia di Glauco Pellegrini (1957)
- Le dritte, regia di Mario Amendola (1958)
- L’avventura, regia di Michelangelo Antonioni (1960)
- La notte, regia di Michelangelo Antonioni (1961)
- L’eclisse, regia di Michelangelo Antonioni (1962)
- La lepre e la tartaruga, episodio di Le quattro verità, regia di Alessandro Blasetti (1962)
- Follie d’estate, regia di Carlo Infascelli e Edoardo Anton (1963)
- Confetti al pepe (Dragées au poivre), regia di Jacques Baratier (1963)
- Il castello in Svezia (Château en Suède), regia di Roger Vadim (1963)
- La sospirosa, episodio di Alta infedeltà, regia di Luciano Salce (1964)
- Deserto rosso, regia di Michelangelo Antonioni (1964)
- Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
- La minestra, episodio di Le bambole, regia di Franco Rossi (1965)
- Modesty Blaise – La bellissima che uccide (Modesty Blaise), regia di Joseph Losey (1966)
- Fata Sabina, episodio di Le fate, regia di Luciano Salce (1966)
- Fai in fretta ad uccidermi… ho freddo!, regia di Citto Maselli (1967)
- Ti ho sposato per allegria, regia di Luciano Salce (1967)
- La cintura di castità, regia di Pasquale Festa Campanile (1967)
- La ragazza con la pistola, regia di Mario Monicelli (1968)
- La donna scarlatta (La femme écarlate), regia di Jean Valère (1969)
- Amore mio aiutami, regia di Alberto Sordi (1969)
- Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca), regia di Ettore Scola (1970)
- Ninì Tirabusciò, la donna che inventò la mossa, regia di Marcello Fondato (1970)
- Il frigorifero e Il leone, episodi di Le coppie, regia di Mario Monicelli e Vittorio De Sica (1970)
- La pacifista, regia di Miklós Jancsó (1970)
- La supertestimone, regia di Franco Giraldi (1971)
- Noi donne siamo fatte così, regia di Dino Risi (1971)
- Gli ordini sono ordini, regia di Franco Giraldi (1972)
- La Tosca, regia di Luigi Magni (1973)
- Teresa la ladra, regia di Carlo Di Palma (1973)
- Polvere di stelle, regia di Alberto Sordi (1973)
- Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté) di Luis Buñuel (1974)
- A mezzanotte va la ronda del piacere, regia di Marcello Fondato (1975)
- Qui comincia l’avventura, regia di Carlo Di Palma (1975)
- L’anatra all’arancia, regia di Luciano Salce (1975)
- Mimì Bluette… fiore del mio giardino, regia di Carlo Di Palma (1976)
- Macchina d’amore e L’equivoco, episodi di Basta che non si sappia in giro, regia di Nanni Loy e Luigi Comencini (1976)
- L’altra metà del cielo, regia di Franco Rossi (1977)
- Ragione di stato (La raison d’état), regia di André Cayatte (1978)
- Amori miei, regia di Steno (1978)
- Un incontro molto ravvicinato, episodio di Per vivere meglio, divertitevi con noi, regia di Flavio Mogherini (1978)
- Una mamma e Attenzione a quei due, episodi di Letti selvaggi, regia di Luigi Zampa (1979)
- Un amore perfetto o quasi (An Almost Perfect Affair), regia di Michael Ritchie (1979)
- Il mistero di Oberwald, regia di Michelangelo Antonioni (1980)
- Non ti conosco più amore, regia di Sergio Corbucci (1980)
- Camera d’albergo, regia di Mario Monicelli (1981)
- Il tango della gelosia, regia di Steno (1981)
- Io so che tu sai che io so, regia di Alberto Sordi (1982)
- Scusa se è poco, regia di Marco Vicario (1982)
- Flirt, regia di Roberto Russo (1983)
- Francesca è mia, regia di Roberto Russo (1986)
- Scandalo segreto, regia di Monica Vitti (1990)